La sala attuale, che segue i canoni della tipica sala del teatro all’italiana, è stata realizzata nel 1810 su progetto dell’architetto Luigi Canonica: è distribuita a ferro di cavallo, con dimensioni di 22 x 17 m circa, e si sviluppa in altezza su cinque ordini di loggiati (tre di palchi e due di gallerie).
L’area occupata dalla sala teatrale era sino al 1740 un cortile adibito a cavallerizza dell’Accademia degli Erranti. Solo in quella data il teatro venne costruito su quest’area, abbandonando lo spazio sottostante la sala dell’Accademia utilizzato per i precedenti teatri.
Nei secoli passati i diversi livelli sui quali si strutturava la sala teatrale assumevano valenze diverse dal punto di vista della gerarchia sociale: la posizione superiore era ovviamente privilegiata e lo stacco netto creato dalla muratura dei palchi con la platea, che non è per nulla graduale, fa intuire la differenza sociale tra chi stava in platea, la borghesia, e chi occupava i diversi ordini, la nobiltà; l’ultimo piano, il loggione, era invece destinato al ceto popolare. Il modello originario della sala si ispirava al topos della piazza, del cortile o della sala di palazzo, un ambiente dove convivevano classi sociali diverse.
I toni cromatici che creano un meraviglioso colpo d’occhio all’ingresso dello spettatore nella sala sono il rosso granata (delle poltrone di platea, della tappezzeria e dei sedili dei palchi), l’avorio e l’oro (delle strutture dei palchi e delle varie decorazioni in legno intagliato e cartapesta).
La decorazione originale, poi sostituita dall’attuale nel 1862, è da attribuire al bresciano Giuseppe Teosa. Quella attuale invece è prevalentemente opera di Girolamo Magnani: i parapetti delle varie file di palchi portano decorazioni a rilievo dorato su fondo avorio diverse da piano a piano: si passa dai tratti semplici del piano terreno, alla più ricca decorazione del primo ordine con tralci, putti musicanti e profili virili, ai rilievi dorati alternati a cornici raffiguranti nudi femminili, putti e strumenti musicali che si alternano sui tre ordini successivi.
L’arcoscenico conserva forme e decorazioni quasi del tutto originali: è costituito da una doppia trabeazione orizzontale sostenuta agli estremi da mensole dorate sulle quali sono inserite figure alate femminili nell’atto di suonare lunghe tube. Al centro è posizionato l’orologio alla cui cornice si appoggiano due figure semisdraiate.
Il soffitto è decorato con geometrie di stucco dorato e gli affreschi del Magnani, che si stagliano sul cielo azzurro che fa da sfondo, si organizzano su corone circolari concentriche costituite da medaglioni ovali monocromi con putti, da figure femminili monocrome, da allegorie riferibili alla commedia, alla tragedia, alla musica e alla danza. Nella zona centrale il soffitto è occupato da un foro semichiuso da una grata che un tempo sorreggeva il grande lampadario, ancora presente a inizio Novecento ma rimosso con l'avvento dell'illuminazione elettrica e a beneficio della visibilità in loggione.


Nei secoli passati la platea fu luogo di ritrovo dove si partecipava a veglioni, balli e spettacoli equestri, ma anche a convegni e dibattiti. Essa era quindi concepita non solo come luogo di piacere e di lustro ma anche come ambiente di educazione ed istruzione.
Attualmente le poltrone di platea sono suddivise in 18 file stabili più 4 file nella zona dell’orchestra per un totale di circa 400 posti. Le poltrone sono rigorosamente in tinta con i palchi e su di un piano leggermente degradante verso il palcoscenico.
Il pavimento, rinnovato nel 2001, è costituito da listoni di parquet in legno di rovere, materiale che contribuisce ad incrementare l’acustica della sala. Su di esso s’intravedono le bocche grigliate dell’impianto di condizionamento d’aria, installato con l’intento di aumentare il conforto agli spettatori durante le ore trascorse in teatro, indipendentemente dalle difficoltà climatiche stagionali.

I cinque ordini di loggiati che costituiscono l’alzato della sala teatrale si dispongono in tre file di palchi composte ciascuna da 30 palchi suddivisi in due rami, e in due ordini di gallerie. La prima galleria è composta da 16 palchi suddivisi sui due rami nelle parti più vicine ai prosceni, mentre la parte centrale libera da tramezze è attrezzata con poltrone a cavea; l’ultimo piano è totalmente adibito a galleria con poltrone disposte a gradoni.
L’interno dei palchi è rivestito di un appropriato tessuto nella tradizionale tinta rosso-granata. Dello stesso colore sono i velluti imbottiti che rivestono le panche ed i poggiaschiena, dall’originaria struttura lignea. Completano l’arredamento le placche portaspecchio e gli appendiabiti.

Secondo la consuetudine italiana, il palco reale del Teatro Grande è collocato sul fondo della sala, nella mezzeria, occupando il primo ed il secondo ordine. Osservato dalla sala, il palco reale ha un’apertura pressoché rettangolare, solo lievemente curvilinea e sporgente nella balaustra e nel baldacchino di copertura. All’interno invece la pianta è circolare ed è superiormente chiuso da una cupoletta decorata da losanghe.
La decorazione interna di tipo neoclassico, l’unica originale del 1810, unica testimonianza artistica a Brescia di Giovanni Biseo, è composta da un fregio orizzontale con aquile dorate che percorre la parte alta delle pareti e da candelabri, sempre dorati, disposti in colonna che richiamano tratti e stilemi egizi. Sopra la porta vi è la tela in forma di lunetta dipinta da Domenico Vantini nel 1810 e raffigurante un’allegoria della notte.
In corrispondenza del palco si apre il salottino di pertinenza, il Retropalco Reale, nobilmente decorato e arredato con le prestigiose poltrone neoclassiche in legno dorato che si utilizzavano nel palco durante le visite dei sovrani.
